Thursday, May 29, 2008

the thing is...

the student who receives not a good mark at the end of the school has to be informed and treated in the right way. What does it mean?

Well, you should communicate it with nonchalance, but not superficially, showing interest in his/her situation, but enough cold-shouldering, as well as serious and firm standing. By the way, not too tough. Always paying attention to the message that is coming out: effort is needed to gain anything. But no-panic, no-stress!

It's important to avoid that the student gets despondency, or feeling like personal defeat, loss of confidence. All has to map the history of his/her study during this school year, in terms of performance, diligence, commitment...

Moreover, do not forget praises to who got a good mark, in order to help him/her keeping with his/her attitude and will - to be invested in the next school year.


Last but not least, to be fully successful you have to repeat all said upon in each case, with every student... that means, in my case, circa 90 times.


Who said that the evaluation activity is easy?!?!?


Ok, time to shoot the conclusive sentence:



[music] YMC8

(I know that someone in Zürich who's reading this is laughing loudly :-) )

Monday, May 26, 2008

Catania, my (for ever) Town

sorry... this is in Italian only - but it's worthy!
http://viaggi.repubblica.it/dettaglio/Quanto-tenera-e-la-notte/201982/1


Quanto tenera è la notte
di Irene Alison
Nella città etnea alla scoperta dei luoghi più amati dal "popolo notturno". Non è solo un viaggio tra locali e ritrovi dei giovani, è un'esperienza per vivere pienamente l'affascinante centro cittadino. I Viaggi

Qualcuno dice che è l'aria, così carica di zolfo. Altri che è il vento d'Africa, che sale dall'altra riva del mare. La terra, scaldata dal fuoco dell'Etna, oppure l'acqua, che sotto la città scorre in un fiume sepolto dalla lava. Magari, invece, è solo la primavera, ma Catania si sveglia a mezzanotte. E a dormire non vuole andarci mai. Trecentomila abitanti, un vulcano attivo piantato sulla linea dell'orizzonte come un'enorme minacciosa nave, un incanto di cupole barocche e tutte le contraddizioni di una Sicilia bella e violenta: Catania ti strega di giorno con odore di mare e arancini, grida al mercato del pesce e sussurri dei cortili ombrosi. E poi ti avvolge, al buio, in una notte lunghissima. La città di Verga e di Bellini, filmata da Bolognini e Germi, cantata da Battiato e sbattuta in prima pagina dalle cronache, ha un'anima nottambula e inquieta, si accende al tramonto di luci impreviste, di suoni, incontri, colori inattesi.
Cala il sole su piazza del Duomo, e chiudono i cancelli della cattedrale che accoglie - ogni anno all'inizio di febbraio - migliaia di persone arrivate in città per la festa della patrona Sant'Agata, il cui velo, secondo la leggenda, saprebbe placare la furia dell'Etna. Cala il sole sulla via Etnea, che dal vulcano solca la città fin quasi al mare. Si spengono le insegne dei negozi, il passeggio dello shopping, il quotidiano viavai degli uffici. Si accendono i lampioni. Le viuzze del centro storico (Patrimonio dell'Umanità Unesco dal 2002), che da piazza Università si intrecciano fino a piazza Bellini, cominciano a risuonare delle prime voci, dei primi brindisi, dei primi dischi scelti per ammorbidire la serata.
Catania si prepara a un'altra notte. Ma con calma, non c'è fretta. Qui i ritmi sono morbidi, come il clima, come quell'accento che stira le sillabe in una cantilena. L'aperitivo si beve alle nove, a tavola ci si siede alle dieci, e poi via, il popolo degli insonni sciama nel fitto gomitolo tra la scalinata Alessi e vicolo Bonajuto, via del Teatro Massimo e via della Landolina: fuori e dentro i locali, fino all'ultimo cocktail, fino all'ultimo appuntamento della fitta agenda notturna. Tanto, l'alba non arriva mai. E i chioschi di piazza Umberto, dove a notte fonda ci si ritrova a bere un tamarindo, sono sempre aperti.
Milano del sud, la chiamavano negli anni '60 questa città nera di lava e bianca di calcare, che, oggi, passata non senza cicatrici per terremoti e eruzioni, anni oscuri di guerre di mafia e anni luminosi di rinascita, pare, ad attraversarla al buio, una Berlino alle porte dell'Africa. È il bisogno quasi fisico di ritrovarsi in strada, l'intraprendenza di quelli che, dagli anni '90 ad oggi, hanno continuato a investire nella rivalutazione del centro storico, il design di architetti e decoratori come Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Valeria Geremia, Salvo Puleo, Antonio Busà, Franco Adorna e Mario Cutuli ad aver cambiato strade e atmosfere della Catania antica, ad aver inventato spazi nuovi per vivere la notte.

Oggi, il venerdì sera comincia sprofondando nei divani bianchi della Cappella Bonajuto, cullati dalla musica lounge che riecheggia tra le mura bizantine dell'antica cripta che ospita il locale. Appena fuori, affollata nello stretto vicolo, sembra che tutta Catania si sia data appuntamento. Fitto chiacchiericcio e risate, tintinnio di ghiaccio nei bicchieri e accordi su come proseguire la serata. Basta un'occhiata a Lapis, quindicinale che da dodici anni aggiorna i catanesi sugli imprescindibili "dove e quando" di ogni nottata, per scoprire che, qualche viuzza più in là, al Mammuth si inaugura la mostra di un giovane pittore: le ragazze sbocconcellano tartine davanti alle tele, le coppie si lasciano avvolgere dalla luce delle lampade, gli ultimi arrivati, all'esterno, si salutano sotto il bagliore di una stufa al cherosene che fa la notte catanese più calda.
Se invece si sceglie Scenario Pubblico, ex deposito di frutta secca trasformato nella sede della compagnia di danza Zappalà e nel luogo dove i ballerini del Teatro Bellini si mescolano alla folla dell'aperitivo, si può assistere all'ultimo spettacolo in cartellone o assaggiare i piatti dello chef Alex Patti. Lui è uno di quelli che, dopo una vita di viaggi, ha scelto di tornare a casa: per il sole e il mare, per quell'indolenza sicula contaminata dal brivido della movida. Franco Adorna, invece, architetto e gestore di due dei locali più frequentati della città, Catania l'ha vista cambiare col tempo: "Vent'anni fa", ricorda, "il centro storico era un posto impraticabile e pericoloso. Per i giovani qui non c'era niente".
Ma poi venne la Primavera, e Catania non fu più la stessa. Era la stagione di Enzo Bianco, sindaco per due mandati nell'88 e nel '93, e del suo impegno per la riqualificazione del centro storico, per lo sviluppo del commercio, del turismo e dell'imprenditoria giovanile. Erano gli anni dei primi locali, quando Catania uscì dal buio e si accesero le luci del Nevski, de La Chiave e della Cartiera; la gente si ritrovava per strada e si sentiva a Barcellona e a Londra, a Berlino e a Madrid. La scena musicale si anima: capita, nei nuovi pub aperti grazie agli incentivi pubblici, di assistere a una jam session improvvisata dai musicisti appena scesi dal palco del Bellini.

Capita che etichette come la Ciclope Records di Francesco Virlinzi portino i Rem a suonare all'ombra dell'Etna o scoprano talenti come Carmen Consoli. Persino le vecchie Ciminiere, quelle che fin dall'Ottocento avevano raffinato lo zolfo estratto dai Ciaula e dai Rosso malpelo di Sicilia, si trasformano in un complesso che ospita mostre e spettacoli, che accoglie, nella rivisitazione del design industriale pensata da Nigel Allen, il locale Zo, ancora adesso tappa imprescindibile di ogni viaggio notturno.
Quella che sboccia ora, certo, non è più la "primavera" di Bianco: Catania vive una stagione differente. Nell'aria, si sentono umori diversi: amarezza e voglia di inizi nuovi, il profumo zuccherino delle pasticcerie dove a tutte le ore qualcuno si tuffa nel dolce oblio di una granita e quello aspro della frustrazione per tante risorse mai sfruttate fino in fondo. E per dei fantasmi di cui, dalla violenza allo stadio all'ombra della mafia, liberarsi pare quasi impossibile. "Non c'è più un progetto culturale forte", dice Antonio Presti, mecenate dell'arte contemporanea che in città ha fondato la Casa Stesicorea, museo che accoglie artisti di tutto il mondo nelle sue stanze di piazza Stesicoro. "La violenza, che esploda negli stadi o nelle periferie, è anche figlia di questa assenza. La nostra, però - continua Presti - è una città attenta e sensibile alle istanze dell'arte e della cultura, e l'iniziativa privata riesce a tenerla viva".
Catania, mille volte ridisegnata dalla lava dell'Etna, sette volte distrutta e sette volte ricostruita, è, lo si sente, ancora in movimento: per il suo profilo in procinto di cambiare con il nuovo waterfront progettato da Oriol Bohigas, che, nel disegno dell'architetto spagnolo, interrerà i binari ferroviari - confine di ferro tra la città e il mare - e spalancherà l'orizzonte allo sguardo dei catanesi. Per l'ampliamento della metropolitana, pensato per rendere più funzionale la rete dei trasporti pubblici. Per la riqualificazione del centralissimo quartiere di San Berillo, sui cui usci scrostati, fino a non molto tempo fa, le prostitute invitavano i clienti ad entrare, e per le cui strade, oggi, le ruspe macinano polvere in attesa di giorni migliori.

E, ancora, Catania si muove lungo le rotte della sua notte, che, alle 2 di un venerdì di primavera, non accenna a finire. La luna, anzi, a quest'ora è alta abbastanza per cambiare atmosfera: si sale in macchina e, dall'intimità lounge dei locali del centro, ci si ritrova sotto gli alti soffitti del settecentesco Palazzo Biscari, in cui risuona la musica dei Quattro Venti. Fusion mediterranea e revival italiana, vetro e acciaio, tequila e gin tonic, la gente si muove sotto le luci stroboscopiche come un corpo solo. Poco fuori città, per chi sceglie di spingersi appena più lontano, suona intanto un'altra musica: quella dei Mercati generali.
Qui, nel bellissimo locale ricavato dalla ristrutturazione di un palmento usato nell'Ottocento per la conservazione del vino, si mangia, nelle sere d'estate, sotto l'enorme gelso carico di frutti, si passeggia nell'aranceto lungo le rive del laghetto artificiale, si assiste a reading di poesia o a spettacoli teatrali. E ci si scioglie al battito di una delle proposte musicali più interessanti della città. Dj ospiti come Rainer Truby, Dj Speen o Rich Medina incontrano le sonorità dei gruppi locali, e la vena rock che fin dagli anni Ottanta ha animato Catania, si contamina di black music, di soul, di funkie. Sonorità che fanno vibrare le vecchie giare in cui si raccoglieva il vino, ancora perfettamente conservate sopra il bancone dove il barman trita zucchero e menta per i suoi mojito. Vibrazioni che raggiungono, lontano dai dischi che girano sulla consolle, pure gli amanti che fingono di perdersi nel boschetto di piante grasse, e che fanno ballare tutti fino al termine della notte. Poi l'alba si avvicina.
Ed è tempo di una pausa. In centro, al bar Etoile, si sfornano i primi cornetti caldissimi e profumati. Ma la Sicilia ha molti sapori, e qualcuno, all'odore di caffè che si spande nell'aria, preferisce il fumo delle bancarelle sotto gli archi della Marina, dove per pochi euro si addenta una delle specialità locali, gli hamburger di carne di cavallo. Se non fosse per la luce che cambia e per il trucco un po' sfatto delle ragazze, l'energia sembrerebbe ancora quella di una sera appena iniziata: di arrendersi al sonno, la città non vuole saperne. La notte, qui, si divora fino all'ultima briciola.

Zürich, my (second?!?) town

http://www.zuerich.com/en/page.cfm/182265

this was a "theatre weekend"...

on Friday: Scenario Pubblico
MODEM STUDIO ATELIER
Performance del collettivo modem, corso di perfezionamento della compagnia zappalà danza
http://www.scenariopubblico.com/client/event.php?idEvento=23

on Saturday: Massimo Bellini
MANON LESCAUT
di Giacomo Puccini
Direttore Stefano Ranzani
Regia di Pierfrancesco Maestrini
http://www.teatromassimobellini.it/dettopera.asp?id=328

on Sunday: Teatro Comunale di Trecastagni
compagnia teatrale "Principi di Giovanni"

Wednesday, May 21, 2008

Sunday, May 18, 2008

another nice weekend... on the "littorina"

41 people... circumnavigating the Etna.
The famous V^A, the school class of my father, a perfect example of a properly working society.
Something that unfortunately doesn't exist anymore.
After 50 years from the diploma, these people still desire to meet and to spend a good time together. That... is... amaizing!!! I couldn't believe it.
Average of ages: 65. All of them spent the entire day joking and laughing, all day, all together.
And.... I enjoy it as well! I really had a good time.
I wish I had the same kind of friendship. But mine is another time, another society, where individuality grows and grows and people hard put to "link" each other for long time.
I think I am in as well. Nowadays we're enjoying the knowledge of different cultures. A lot of us travel and have contact with societies abroad. On the one hand this is good because of open mind and new life experiences, on the other hand in my opinion this is making people stand-alone but a bit lonely. It's something like killing the "contest", that one that connects people together - there's no more contest in general and the creation of a new one is very very difficult. No links or range of common interests, no people group.

Sentence now:
laugh connects people of whatever age, culture, time, colour...
stay tune, stay laugh


Thursday, May 15, 2008

well done, viv!

this.... this was a very strange day.
It started with an allarm that I'll never know if it didn't work or I didn't hear...
My "natural" allarm was Scüpli! At 8.45... I heard my dog whimpering, but at that time I should have been in my class since 20 minutes, supervising my students' classwork!!
I said: No way... I can' believe it.
I started believe it when I checked the third watch...
After real panic, everything went good. How? I really wonder how.
By the way, what I know is that I have just received my first big goal of this year:
the (almost sure) ISO 9001:2000 quality certification for my school.
I am the responsible of this project and, despite it was a complicated-to-describe project life, I was quiet nervous and anxious regarding it (specially for the today audit).
It's gone, in an unexpected way, in a GOOD way. And I feel seriously lighter!!
:-)

Sentence today: a "certified" laugh is a "certified" relax

Tuesday, May 13, 2008

weekend in Rome, with friends..

...and what friends!

this time Agata and I had a lot of time to chat and it was nice as usual but constructive as never before. It's sort of experiencing and learning through her experience... I think it's something that you can feel only when the friendship is deep and deep. Anyway, it's such an intimate feeling... that makes me closer and closer to her. Agatina ti voglio bene.

Then we went to get a pizza with Monica (and Antonio!). It was nice to meet her again... after 8 years or so!
That's incredible... is this when you get older?!? Or it's just because I lived 4 years away... or everything together... I don't know, but recently every time I meet someone, 1 or 2 years already passed since last time we met.
The most incredible unexpected meeting by chance was few days ago in Catania. I met my AKELA! Aurelio, my Akela, when I was a "lupetta" (scout-Catania10°) and that means... 27 years ago!!! My Gooooooooood. That.. was... simply... amazing. Actually, I recognized him by his name and the connection to Agesci. But... I cannot forget one thing regarding him and myself. I remember when he was posing as a tree and I was "climbing" on him till his shoulders, as a monkey!! That was crazy and real fun! I was... just 8 years old... :-)

Let's come back to Rome's weekend as the best has to be told yet.
The real reason why I went to Rome is because of Guerrazzi's family. My friends, my fabulous friends. The "Africans". Being with them was really really nice. I love spending time with them and because of Africa, last time we were together was just 2 years ago... Seems a long time? Probably yes, but with them, it's something like a part of myself that comes out and I love that part. So I really like being with them, talking, walking, chilling out on the sand, admiring the sea, the clouds, together, listening their amazing experience, life and work, difficulties and astonishment.
I have only one word for them: thanks.
I want to take a promise, first of all a promise to myself: I'll go and visit them - if not this Xmas, another time, but I want to do that.

So, it's time to close this post. I have my fantastic dream to be "lived" tonight - a trip to Maroua, to Guerrazzi's place. I want to close my eyes now and keep it tight in my mind and in my hurt.

Sentence of the day: laugh can be a sweet silence made of friends, sea and sincere hugs.